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06 11 2012 | Rimini | Occupazione: crescono del 4,4% le cessazioni dei contratti. Soldati: Numeri che ci preoccupano

Martedì, 06 Novembre 2012

tortora-scuro

Rimini | Occupazione: crescono del 4,4% le cessazioni dei contratti. Soldati: Numeri che ci preoccupano


Occupazione, in provincia un 2012 solo in apparenza migliore del 2011. Da un lato, sono quasi 22mila gli avviamenti al lavoro, la metà nei settori ristorativo e ricettivo, in provincia di Rimini tra il 1 luglio e il 30 settembre 2012 con un significativo incremento nel numero delle assunzioni che crescono di 1.519 unità, passando dalle 20mila 223 del terzo trimestre 2011 alle 21mila 742 dell’anno seguente. La crescita è del 7,5 per cento. La Provincia registra un trend positivo anche su base annuale dopo un secondo trimestre scandito da un meno 3,8 per cento. Dall'altro lato, è più contenuto l’incremento delle persone avviate, che salgono dalle 17.406 unità del 2011 alle 18.351 del 2012, un più 5,4 per cento. Dato più contenuto, quindi, e anche meno solido, visto che le cessazioni dei contratti entro il 30 settembre, a distanza di un anno, sono aumentate di 4,4 punti percentuali (nel 2012 sono 8.388 ancora in essere rispetto a quelli del 2011 -8.690).


“I dati dell’occupazione nell’ultimo trimestre – spiega Meris Soldati, assessore alle Politiche del lavoro – ci danno anche un quadro più complessivo dell’andamento dei primi nove mesi del 2012. Sono numeri che ci preoccupano”.


I risultati complessivi dei primi nove mesi del 2012


Oltre la metà (53,8per cento) delle nuove assunzioni a livello provinciale viene realizzata all’interno di alberghi, ristoranti e pubblici esercizi, la cui incidenza sul totale cresce nel 2012 di 2,2 punti percentuali, rispetto al 51,6per cento del 2011. Pressoché invariato a distanza di un anno risulta il peso degli ‘Altri servizi’ che raccolgono nei primi nove mesi del 2012 circa il 30per cento degli avviamenti. Terze in ordine di grandezza sono le imprese commerciali con il 7,5per cento; seguite dalle attività manifatturiere con il 3,6per cento e dall’edilizia con il 2,6 per cento. Per tutti e tre i comparti citati il confronto con il 2011 fa emergere una lieve riduzione della quota percentuale, mentre alle attività agricole, ittiche ed estrattive, i è riconducibile il 2,4 per cento degli avviamenti registrati in provincia di Rimini nei primi nove mesi del 2012.


Nel periodo gennaio-settembre 2012 soltanto il 5,9 per cento delle assunzioni ha visto l’applicazione di un contratto a tempo indeterminato, mentre la maggioranza di esse ha assunto la forma del lavoro dipendente a tempo determinato (54,8 per cento). Cresce, invece, l’incidenza del lavoro intermittente o ‘a chiamata’ con il quale è stato attivato quasi il 26 per cento degli avviamenti registrati nei primi nove mesi del 2012. Grazie ad un aumento di 3,8 punti percentuali rispetto al 2011, praticamente una assunzione su quattro in provincia di Rimini viene oggi regolata con questa modalità contrattuale.
Nei primi nove mesi del 2012 crescono dell’1,3 per cento le persone avviate che hanno la residenza sul territorio provinciale, laddove coloro i quali provengono da un’altra provincia italiana o da un Paese estero si riducono del 4,7 per cento. La componente femminile rappresenti il 53,9 per cento dei nuovi assunti e quella maschile il 46,1 per cento, secondo una distribuzione che appare identica a quella del 2011.


La tendenza verso una significativa riduzione dei nuovi disponibili al lavoro, emersa nel primo semestre dell’anno (- 10,4per cento), prosegue e si accentua nei tre mesi successivi, dal momento che il loro numero scende dai 9.142 del periodo gennaio-settembre 2011 ai 7.986 del 2012, corrispondenti ad una variazione negativa del 12,6per cento. La crescente frammentazione delle carriere professionali fa sì che un numero sempre maggiore di individui possa alternare periodi, più o meno brevi, di lavoro e non lavoro, senza perdere, almeno dal punto di vista amministrativo, uno stato di disoccupazione acquisito in passato (che non superano determinati limiti di reddito e di tempo). Non si può escludere, inoltre, che il protrarsi della crisi economica stia scoraggiando alcuni segmenti della popolazione in età attiva dalla ricerca di un impiego, orientando gli stessi verso una temporanea uscita dal mercato del lavoro.


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